I... "Fuochi" di Colli di Monte Bove
6.1.10
, Posted by collidimontebove-II at 14:55
Non si tratta di...fuochi pirotecnici nè di ipotetici
incendi appiccati da fantomatici piromani ma, dello strumento di tassazione più
importante vigente nel Regno di Napoli di cui Colli faceva
parte.
Attraverso i dati che abbiamo raccolto,
sul pagamento di questo tributo, dimostreremo che dalla fine del 1400 e sino
agli inizi del 1700, Colli è stato, di gran lunga, il paese
economicamente più dinamico del carseolano e che ha goduto di una ricchezza
pro-capite (forse sarebbe più opportuno utilizzare l'indicatore pro-famiglia)
più alto della zona.
Già i Romani utilizzavano la voce Focus per indicare una
famiglia. L'Editto di Rotari intende per Focus "quel luogo delle
abitazioni destinato ad accendersi il foco". Firenze codificò nel 1351 il
Fuoco come composto da una famiglia di circa 5 persone. Nel Regno di
Sicilia Afonso I (1445), eleva a Ducati 3 l'esazione per ciascun
Fuoco comprese "le concubine moram seu foculaia facerunt". Nel
1460 Ferdinando I ordinò il censimento dei beni del regno e che si pagasse
l'imposizione in "ragione della facoltà di ciascuno".
Da questo breve escursus storico si può comprendere che
per numero di Fuochi s'intende quello delle famiglie che ogni paese
annoverava nel suo interno.
Fig. 1 - Il tracciato della Valeria da Tibur
(Tivoli) ad Alba
Quando sotto il regno di Ferdinando I venne fatto ordine che
"tutte le mercanzie introdotte nella Dogana di Napoli, e suo Distretto, vi si
dovesse mettere il bullo di piombo di fresco ordinato dal Re, da una parte
avendovi scolpito le armi regali e, dall'altra quella del regno, e sotto il
nome del Doganiere. Pubblicato nel dì 28 Ottobre 1472", Colli che già
doveva godere di qualche privilegio ecclesiastico -ancora oggi la Diocesi dei
Marsi classifica il nostro paese come sede di Arciprete- (vi erano almeno tre
chiese: quella dentro il Castello, quella dedicata a San Nicola di Bari e quella
di San Berardo; il Santuario di Sant'Angelo che, se dobbiamo prestare fede allo
studioso abruzzese Melchiorre, era meta di pellegrinaggi da tutta l'Italia
centrale, nel Basso e Tardo Medio Evo; il Breve
di Clemente VII, antipapa, ci conferma che il territorio di Colli si
estendeva anche nella Valle di Luppa); venne ad assumere un'importanza vitale
per la posizione geostrategica che occupava sulla Via Valeria (Fig. 1),
diventando Posto di Dogana per i traffici di merci che dal territorio della
Campagna di Roma si dirigevano verso le rive dell' Adriatico (Fig.
2).
Fig. 2 -N. Sanson 1648
- Confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli
La prima sede della Dogana probabilmente è stata questa
(Fig. 3). Infatti è il solo Arco che si trova sull'antica Valeria e la cui presenza si giustifica esclusivamente con le sue
funzioni fiscali. Oltre ad essere inserito in un
complesso architettonico molto più ampio, la maestosità, la ricercatezza del
manufatto fanno propendere per l'ipotesi di un utilizzo ...regale; nulla
imponeva la sua costruzione: nè la funzione di sottopasso (manifestatamente
inutile), nè la funzione di raccordo tra due immobili posti ai lati della strada
e riuniti da un unico proprietario (in questo caso la costruzione sarebbe stata
più modesta). Ci sono molti altri esempi di archi e sottopassi a Colli ma la
loro realizzazione è stata resa necessaria per assicurare il collegamento tra
due strade o perFig. 3 - Gl'Arco de Ndreone
consentire l'accesso a edifici e terreni finitimi: una sola eccezione si ha nel rione "Castello", tuttavia siamo in presenza di una costruzione bassa, angusta, disadorna dove la finalità utilitaristica è manifestatamente espressa (foto a destra). Altri elementi rafforzano la tesi che l'Arco de Ndreone sia stato la prima sede della Dogana.
L'immobile costruito sopra l'arco ha conservato una polisemia di elementi che rendono evidente la sua funzione di punto di osservazione che dal lato Ovest consentiva di spaziare per tutta la vallata che collega Colli a Carsoli e, dal lato Est lo skyline era fissato oltre la località "La Petrella".
L'edificio situato sul lato Sud della strada, malgrado gli interventi normativi dell'uomo nel corso dei secoli, ha conservato l'aspetto di un complesso buio, tetro, con soffitti altissimi le cui funzioni di magazzino o di deposito appaiono evidenti. Alla destra dell'ingresso una scala ampia immette in un antro sotterraneo che conserva l'aspetto di un carcere.
Sul lato Nord, sopra l'ingresso della cantina di "Ndreone", è ancora possibile osservare un'insegna in muratura che testimonia la presenza di un'osteria. All'interno, scavata nella roccia, c'è una caverna la quale per la sua conformazione, consentiva di tenere al fresco cibi e bevande.
Pertanto, la presenza di un arco sulla Valeria non aveva altra giustificazione che come posto di Dogana; la struttura sovrastante modellata in forma di torre di avvistamento; la presenza di un deposito per le merci, di un carcere e di un'osteria-albergo per il ricovero degli avventori, sono tutti elementi funzionali che fanno propendere per l'ipotesi che "gl'arco de Ndreone" sia stato la prima sede della Dogana di Colli.
Anche se le rendite del posto di dogana non erano certamente investite in Colli, tuttavia, il loro prelievo comportava la presenza di un numero significativo di militari che si stabilivano, sia pur provvisoriamente, nel nostro paese. Fece certamente fiorire una serie di attività indotte (maniscalchi, servizi di ristoro e ospitalità), e la nascita di un'economia sommersa dedita al contrabbando delle merci, tipica di tutti i luoghi di confine.
Fig. 4 - I Fuochi
com’erano distribuiti nel carseolano tra il 1532 ed il 1795.
Queste osservazioni trovano riscontro nel
"Dizionario Geografico-Ragionato del Regno di Napoli" di Lorenzo Giustiniani,
Napoli 1804, che riportando i valori dei Fuochi per la nostra area (Fig. 4),
elenca per l'anno 1595 questa sequenza statistica: Colli 75, Pietrasecca 39,
Tufo 37, Poggio Cinolfo 36, nessun valore espresso per Carsoli; se peraltro si
associano questi elementi alla considerazione che il numero di abitanti di Colli
rispetto alle altre frazioni dell'attuale comune di Carsoli, è stato
storicamente sempre inferiore entro una range che va da un minimo del 40% ad un
massimo dell’80% (Fig. 6), si comprende come, pur in presenza di un'economia
silvo-agricola-pastorale, quella collese appariva più dinamica delle altre
proprio per il numero di Fuochi soggetti a tassazione e per il basso tasso di
esenzione alla stessa che invece nelle altre contrade doveva essere piuttosto
accentuato (almeno il 50%).I valori diventano ancora più indicativi allorché si osservano i dati per il 1648 che sono gli stessi del 1595 per Colli (75), Pietrasecca ha una leggera flessione, come Poggio Cinolfo (35 per entrambi), Tufo, posto di dogana anch'esso, in controtendenza con 50, evidentemente cominciava a diventare significativo anche il commercio con i popoli sabini. Appare per la prima volta il numero di Fuochi tassati per Carsoli: sono 110 che si riducono a 98 nel 1669 mentre Colli raggiunge gli 80, il suo massimo, Pietrasecca 63, Poggio Cinolfo 69, Tufo 74.
Nell'intervallo tra i due rilevamenti era intervenuta la riforma della tassazione dei Fuochi per tutte le Province (Fig. 5), che come si evince dalla tabella riportata, determinò una riduzione consistente del gettito della tassa, mentre, ahimè, per la nostra area comportò un quasi raddoppio, eccetto a Colli dove rimase pressoché stabile (da 75 passò a 80), solo Carsoli seguì, in parte, l'evoluzione generale con una riduzione da 110 a 98 Fuochi. Segno che quella riforma alleggerì gli oneri per i grandi proprietari e inasprì drasticamente quelli delle classi meno abbienti.
Fig. 5 -Le variazione
dei Fuochi nel Regno di Napoli tra il 1648 e 1669.
Alla luce di
tutte queste considerazioni si giustifica agevolmente la sola apparente
contraddizione di ritrovare Colli nelle cartografie del XVII e XVIII secolo
(Fig. 2 e post precedente) e non Carsoli come era logico attendersi. Le carte
dell'epoca, come oggi del resto, segnalavano l'importanza economica,
geostrategica e, talvolta, religiosa di un paese ma non necessariamente la
densità di popolazione: esse dovevano segnalare all' ipotetico viaggiatore le
asperità ma, soprattutto, i posti di frontiera tra uno stato e l'altro, dove vi
erano dei dazi doganali da pagare per l'attraversamento di merci e
persone.
E' la stessa logica che sovrintende al Palazzo Ducale di Venezia, dove nell'ala delle sale dedicate alle carte geografiche, sorprendentemente, ritroviamo solo Colli e Tufo in una carta dipinta, su un'intera parete (XVII secolo), dedicata alla nostra area.
Queste rendite parassitarie (clero e dogana), con l'affievolirsi del potere temporale della chiesa e le vicende storiche che sconvolsero il Regno di Napoli, si esaurirono progressivamente. Dall'inizio del XVIII secolo Colli perdeva lentamente questo ruolo centrale nell'economia della zona e si incamminava verso un inarrestabile declino.
La cultura clerico-militare, che determinò il suo relativo benessere, per la sua astoricità, fece sì che Colli mancasse il passaggio nell'età Moderna, nel secolo dei lumi, delle invenzioni e dell'industria, non essendo culturalmente attrezzato per comprendere lo statu nascenti della nuova società.
Così vediamo nella cartografia della Fig.3 del post precedente che nel 1750 Colli è ancora menzionato ma ha già fatto la sua apparizione Carsoli distretto. Nel 1791 Sir Richard Colt Hoare nei suoi "Diari di viaggio attraverso l'Abruzzo" ci testimonia "...lentamente sono disceso al paesino di Colle... Il mio lasciapassare è stato qui richiesto in virtù di privilegi baronali o piuttosto per motivi di estorsione"; quindi esisteva ancora un posto di dogana, ma, ridotto a"privilegi baronali" (Colonna).
Come mostra eloquentemente la Fig. 6 qui sotto Colli perde progressivamente importanza durante l'epoca
Fig. 6 - L'evoluzione
della popolazione nel carseolano dal 1795 al 1851.
napoleonica ( ad esempio la Confraternita di San Berardo per
sfuggire al controllo del nuovo potere deve cambiare il proprio nome in
Venerabile compagnia del glorioso San Berardo) e ciò è prontamente registrato
dall'andamento demografico della popolazione che ristagna su dei valori
pressochè costanti, mentre i paesi limitrofi accentuano la loro
prolificità.
Fig. 7 - Legge del 19
Giugno 1826: le nuove Dogane.
Con la legge
organica del 19 Giugno 1826 (Fig. 7) Carsoli diventa Dogana di 1° Classe e Tufo
di 2°. La dogana di Colli scompare giacché le nuove funzioni di controllo della
Valeria sono assunte da Carsoli e, conseguentemente, non è più menzionata nelle
cartografie dell'epoca (Fig. 8).
Fig. 8 - Italia
Geografica, Statistica e Postale, Antonio Vallardi editore 1887.
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