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Piccolo Dizionario dei riti del Matrimonio a Colli

6.1.10 , Posted by collidimontebove-II at 17:03


Un solo grido!: "...Piucchiù, nun' zo ppiù..."
Questo sarà un Post work in progress, aperto alla collaborazione di tutti i lettori del Blog. La mission sarà quella di redigere un piccolo dizionario dei riti che circondavano a Colli il matrimonio di un tempo: proverò a descrivere gli eventi che rammento, con la certezza che sono ricordi aridi, scheletrici, sommari e lacunosi.
Chi vorrà potrà postare nei Commenti lemmi integrativi o aggiuntivi, oppure inviarmeli per email (l'indirizzo è in fondo al Blog alla voce Contatti) per essere trascritti qui.

I CANESTRI: I parenti più stretti della sposa e dello sposo dovevano assolvere a questo compito di inviare un canestro contenente per lo più specialità alimentari che venivano poi utilizzate per il cosiddetto "pranzo degli spusi".
Le donne addobbavano questi canestri con nastri e fiori di carta di vari colori che creavano loro stesse; venivano portati sulla testa ed il peso era equilibrato, ed in parte ammortizzato, da un pezzo di stoffa arrotolata. Per consuetudine durante il percorso le portatrici dei canestri venivano accompagnate da un commento musicale (solitamente opera di "Topone"), come mostra la foto in alto a destra.


CIAMMEGLIO-Glio- (Il Ciambello): Ciao maurizio, sono Giovanni Anastasi e rivedendo le foto del matrimonio dei miei genitori (Elena e Bruno) ho trovato la foto con il ciambello e mi sono fatto spiegare a cosa serviva. Era una semplice tradizione che veniva fatta dopo la cerimonia.
Quando gli sposi entravano nella casa dello sposo, la sposa si inginocchiava alla soglia della porta, la suocera gli donava il ciambello, la sposa lo passava senza guardare dietro e il primo che lo prendeva lo mangiava (in quel caso zio Richetto). Purtroppo non sono riuscito a capire da dove provenisse questa tradizione. Ciao.
PRANZO DEGLI SPUSI (Pranzo degli Sposi): Era la riunione conviviale che seguiva la celebrazione del matrimonio in chiesa. Tutti gli invitati alle nozze s'incamminavano, in corteo seguendo gli sposi, verso la sede del simposio culinario. In genere veniva utilizzata una stanza spaziosa, ma, sistematicamente, erano utilizzate anche quelle attigue perchè i convenuti al ...baccanale erano masse ...oceaniche.
Tutte le pietanze (portate) venivano preparate la notte precedente le nozze dalle amiche della sposa o della famiglia ma non poteva mai mancare la Cuoca (La Coca, una provetta era Maddalena, quì ritratta nella foto, al centro) che dirigeva tutte le fasi della preparazione delle pietanze. Queste dovevano essere nuerose ed il più abbondanti possibile in quanto erano segno di munificenza delle due famiglie degli sposi e rivestivano una simbologia augurale alla nuova unione. Il tutto, ovviamente, accompagnato da un ottimo vino (paesano).
Per imbandire le tavole si utilizzavano i servizi buoni di posate e bicchieri che, soprattutto i componenti del Rione (vicinato), mettevano a disposizione.

RINFRISCO -Glio- (Il Rinfresco): In genere precedeva e seguiva la celebrazione del matrimonio in chiesa. Era servito davanti all'abitazione dello sposo e della sposa ai reciproci invitati. Consisteva in una miriade di dolci locali (Biscotti, Ciambelle, Amaretti, torte all'alchermes, prelibate e molto ricercate) accompagnati da liquori di gran pregio per l'epoca (Brandy: Stock 84, Vecchia Romagna etichetta nera; Sambuca Molinari; Anisette). 
Le Guantiere contenevano i picchierini dove si versavano i liquori ed, in genere, dei grandi canestri venivano utilizzati per distribuire i dolci. Spesso nel corso del rinfresco gli invitati (soprattutto i più giovani) mettevano a punto le ...strategie per sopraffare la parte avversa della sposa (o dello sposo) nella imminente sfida del getto dei confetti.
LE SERENATE: Erano i canti vernacolari (spesso osceni e triviali) che gli amici degli sposi eseguivano sotto le loro finestre,  solitamente, a cappella, altre volte anche con sottofondo musicale di fisarmoniche ed organetti. Le Serenate erano organizzate in un'ora tarda  (intorno alle 24) proprio per ...disturbare la prima notte di nozze. Per far cessare il ...baccano gli sposi erano costretti ad affacciarsi e, sollecitati dai convenuti, dovevano esibirsi in performances ed effusioni affettuose.

LA SFIDA DEI CONFETTI: Aveva come ...scena teatrale prediletta la scalinata della chiesa San Nicola di Bari. Consisteva in una vera e propria battaglia combattuata a colpi di ...gragniuole di confetti ( che dovevano essere di qualità, senza lo strato di farina interna, ed acquistati a Sulmona dalla ditta Pelino) da esponenti degli invitati delle due parti avverse (sposo e sposa). Si notavano incursioni, Blitzkrieg e ...truppe in manovra per assicurarsi le postazioni strategiche migliori dove colpire con più facilità gli avversari. C'era anche una compartecipazione del pubblico che assisteva alla sfida: nei momenti di stanca della contesa i bambini provocavano i contendenti  con un grido ingiurioso (piucchiù gli scartocci nun zo ppiù, pidocchiosi non avete più confetti) ed allora la ...singolar tenzone riprendeva con nuova e più vigorosa violenza.
Quando una delle parti si dichiarava battuta per aver esaurito le ...munizioni (i confetti) o sfinita dalla lotta, iniziava una sorta di danza di guerra dei vincitori che apostrofavano i soccombenti con motti sarcastici e derisori. Talvolta rimanevano sul terreno di battaglia alcuni feriti, con ecchimosi sulla faccia, agli arti e qualche ...occhio nero.

LE SOME: Era il passaggio del corredo della Sposa dalla sua famiglia alla nuova abitazione che i coniugi avrebbero occupato dopo la celebrazione del matrimonio. Il trasporto veniva effettuato con i muli agghindati a festa con fiori di carta e festoni.

Da Giovanni Anastasi riceviamo e pubblichiamo integralmente:
I MATRIMONI A COLLI DELL'OTTOCENTO: I festeggiamenti avevano la durata di una settimana e nelle tre domeniche precedenti avevano luogo le pubblicazioni. La prima domenica di pubblicazione la sposa andava in chiesa vestita con abito di seta con velo accompagnata da parenti e amiche. Tornata a casa riceveva il "primo complimento" (rinfresco).
all' inizio della quarta settimana il fratello ( o un parente) dello sposo accompagnava la sposa a casa dello sposo. alla porta ad attenderla c'era la suocera con un ciambellone che le diceva: "Sposa mia bella, portami la pace e non la guerra". Veniva fatto un rinfresco poi la sposa con tutti i parenti tornava a casa e offriva loro il pranzo.
Il matrimonio si celebrava la mattina del sabato quando lo sposo, accompagnato da una sorella o zia, andava a prendere la sposa, accompagnata anch'ella da una sorella o da una zia. Si andava in chiesa in quattro e i genitori restavano in casa. Finita la celebrazione si andava a casa della sposa dove c'era una colazione per gli invitati. Dopo la colazione lo sposo tornava a casa e la sposa restava coi suoi. Quest'ultima "usciva" di casa la domenica seguente detta "della benedizione" e si rinchiudeva a casa dello sposo per i successivi otto giorni senza uscire dalla propria stanza. Passato questo periodo le due famiglie potevano organizzare il pranzo di nozze.
Tra tutte le usanze di quel tempo, una è particolarmente carina: qualche sabato prima del matrimonio i parenti dello sposo andavano  a casa della sposa e cercandola dicevano: "s'è perduta una pecorella e la cerchiamo, è tra le vostre?". Una volta che la sposa si faceva riconoscere, il fratello dello sposo le donava l'anello di fidanzamento: "per amore di mio fratello dammi la mano che ti metto l'anello". poi un altro anello veniva regalato il giorno delle nozze.
Sia i parenti dello sposo e quelli della sposa andavano in giro ad invitare i parenti per il pranzo della domenica con una lanterna. Infine c'era il corredo che veniva trasportato il giovedì precedente dai parenti che inscenavano un mercatino con il corredo e le ciambelle. il tutto finiva con discussioni e risse, naturalmente finte.

(fonti: archivio famiglia Panegrossi)


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