Shanghai Lil, Regime Oblige, diventa Sciangai Lil
6.1.10
, Posted by collidimontebove-II at 16:12
(Il Trailer Originale del film è qui, la banda sonora in MP3 si ascolta seguendo questo collegamento ipertestuale , il video dell' Orchestra Gene Kardos che esegue il brano è in questo link).Come è noto a tutti, durante il ventennio fascista, furono ostracizzati i termini esterofili e gli anglicismi: e qui vediamo come anche questo innocuo (politicamente) titolo di canzone si dovette adeguare alla temperie du temps e quindi bisognò scrivere, Sciangai e non Shanghai, con effetto decisamente farsesco.
L'altro elemento che colpisce, da una lettura attenta dello spartito, è la sua provenienza: Messina e non Torino, Milano o Roma, città dalla vita culturale più rigogliosa e dinamica. Evidentemente il controllo del MinCulPop (Ministero della Cultura Popolare) era ferreo nelle grandi città e molto permeabile nelle aree periferiche e più decentralizzate. Inoltre la Sicilia, tradizionalmente, ha avuto solidi legami economici e culturali con l'America.
Infine, fa fantasmare, apprendere che lo spartito è per mandolino, mentre l'ascolto del brano dai Links precedenti, denota una forte corposità e la presenza di una pluralità di strumenti musicali. Sarebbe stato molto curioso, assistere all'esecuzione di Shanghai Lil in questa versione della Banda musicale di Colli.
Le implicazioni
sociologiche, sono altrettanto evidenti. Il primo elemento che colpisce è
l'estrema modernità dei ...pezzi che eseguiva la Banda di Colli: pur ipotizzando
che questo spartito non fosse coevo all'uscita del film, denota, comunque, una
grande apertura verso l'esterno ed ai gusti del tempo; mentre, lo si sa persino
proverbialmente, le Bande suonano brani classici e decisamente
datati.
Se si aggiungono
altre singolari considerazioni: le liste elettorali di Colli comprendevano
ancora qualche tempo fa un elettore che aveva un cognome (Albanese, nato nel
1856) assolutamente non autoctono; sette ragazzi di Colli negli anni venti hanno
studiato al convitto nazionale di Mondovì, il più prestigioso in Italia,
all'epoca; Berardino Simeoni, negli anni trenta del secolo scorso, fu colpito da
un'ammenda ad una fiera ad Arsoli e non avendo il denaro per assolvere al
pagamento, ingegnosamente, salì su un podio improvvisato e cominciò a declamare
poemi classici e strofe vernacolari destando tra gli astanti un vivo interesse e
ricevette offerte di denaro consistenti; sino a metà degli anni sessanta del
novecento era insediata a Colli una famiglia di seggiari (falegnami che
costruivano sedie in paglia) del nord italia, precisamente della valtellina;
poeti dialettali che hanno pubblicato varie raccolte di libri
(glio Romano; Palmino Ferrante); sono tutti segni che sottendono
questo insegnamento: raramente la società civile di Colli è stata, nel corso dei
secoli, una sorta di Monade spinoziana, chiusa in se stessa, come purtroppo per
larghi tratti è oggi.
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